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ISBN 978-88-6854-084-5
© 2013 Europa Edizioni s.r.l.
www.europaedizioni.it
I edizione dicembre 2013
Alla fine del XIX secolo, il Brasile si caratterizzava per
il dualismo tra la costa europeizzata e progredita, aperta all'oceano alle
spalle un vasto territorio, e l'entroterra primitivo e sfruttato, il sertão incolto, caratterizzato da
un'asperità naturale, dai grandi latifondi, dallo sfruttamento eccessivo delle
risorse del suolo, e da modelli appartenenti a un mondo in secolare ritardo,
fermo a un sistema di valori di stampo feudale.
Le grandi proprietà imperavano tanto nel litorale quanto
all'interno del Paese ed erano la ragione principale della miseria e della
sottomissione della massa rurale.
Il villaggio di Canudos, dove si concentravano i sertanejos agguerriti ed ispirati dalla
guida di Antonio Consigliere, affetti dalle dure pene di vivere aggiunte a una
natura aggressiva, fu l'unico bersaglio di migliaia di soldati bene armati ma
che, nonostante meglio equipaggiati, riuscirono a perdere tutte le battaglie
cui erano condotti.
L'opinione pubblica, influenzata dai commenti dei
giornali, confondeva ancora di più la situazione già di per sé sfigurata dalla
passione del coinvolgimento dei repubblicani, appena insediatisi al potere, e
dei monarchici accusati di incoraggiare quella rivolta sertaneja con l'obiettivo della restaurazione del loro regno.
Canudos fu una coraggiosa, cosciente e organizzata lotta
per la terra. Antonio Consigliere emerse nella storia del Brasile come un
autentico frutto delle sue contraddizioni e si trasformò in leader di gente impoverita e spogliata
dei suoi diritti, che desiderava vivere pacificamente in una società più umana,
in modo più felice.
Quel mondo contadino al quale si
negava la riforma agraria, la realizzava da solo, sotto l’indicazione di un
capo carismatico e secondo i propri valori, occupando le terre.
Antonio Consigliere non fu un fanatico né un beato
manipolato da banditi che non sapevano leggere né scrivere come lo presenta la
storiografia ufficiale. Fu il fondatore di Canudos e la guida incontrastata
della resistenza contadina nella più grande guerra sociale che sconvolse il sertão e l'intero Paese. Né i
latifondisti né i loro alleati potevano accettare il suo motto: «La terra non ha padrone. La terra è di tutti».
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